Paolo Carlo Brambilla, al via della "Malegno-Borno" 2008 alla bella età di 80 anni (foto di Roberto Salvetti)



Tra le "vecchie glorie" dell'automobilismo sportivo che hanno imperversato sulle piste del '900 e che hanno varcato anche la soglia degli anni 'duemila', è d'obbligo annoverare Paolo Carlo Brambilla. Sul nascere del terzo millennio era rimasto uno dei pochi piloti ancora in vita a poter vantare alcune partecipazioni alla Mille Miglia ("...quella vera!", come orgogliosamente e giustamente puntualizzava).

Fu lui stesso a fornirci alcuni anni fa i dati sulle tre edizioni della leggendaria corsa a cui ha preso parte:

 

  • 1951 - 28/29 aprile - con una berlinetta Abarth Zagato 750 in coppia con Tino Fusetti con il numero di gara 2341 (ora di partenza) compiendo i 1564 km. del percorso in 17 h 50' e 13" giungendo 3° di classe e 115° assoluto ad una media di otre 90 orari.
  • 1953 - 25/26 aprile - con una Renault 4 CV 750 in coppia con Mario Dei con il numero 52 di gara (partenza 21 h 25' 30") compiendo i 1512 km del percorso in 17 h 28' e 54" giungendo 19° di classe su 60 arrivati nella categoria e 229° assoluti.
  • 1956 - 28/29 aprile - con una berlinetta Dyna Panhard in coppia con Vincenzo Marzani con il numero di gara 47 (ora di partenza 23 h 23' 00") compiendo i 1597 km del percorso in 18 h 53' 08" giungendo 13° di classe su 51 partenti di categoria e 175° in assoluto




La fedelissima Abarth 1000 OTS in una piovosa Malegno-Borno 1969 (© Ilario Remondi)


Titolare di un'azienda di prodotti dolciari con il cui marchio (Budino Moretto) si è "autosponsorizzato" da anni, il "Brambi" è stato anche una presenza costante nelle Cronoscalate sin dagli anni '50.

Ha partecipato con grande assiduità anche alla nostra "Malegno-Borno" (oltre i due terzi delle edizioni complessive, inclusa una come "apripista"). Malgrado da qualcuno non fosse ritenuto un "fulmine di guerra", i suoi tempi a Borno sono sempre stati di tutto rispetto, spesso sotto i 6 minuti. Questo gli consentiva di cogliere risultati di un certo rilievo, guidando svariate vetture tra cui un'Abarth 1000 OTS Coupè che ha portato in gara fino alla fine della sua carriera, una Renault 4CV, perfino una Opel Corsa negli anni '80, oppure la Lancia Fulvia con la quale nell'edizione 1966 ha vinto la Classe nelle 1150 Turismo.

Alla gara camuna ha riportato sempre ottimi risultati tra gli anni '60 e gli '80: 2° in Classe 1000 Turismo nel 1967, poi ancora 4° nelle "Turismo Speciale" nell'edizione 1970.

Per ritrovarlo vincitore di Categoria dobbiamo attendere fino al 1972 dove si impone nelle Gran Turismo Speciale, sempre in Classe 1000.

In Gruppo 4, nella Classe 1000, un buon 3° posto nel 1974 alle spalle di Azzalini e di Paolo Friso mentre non gli va altrettanto bene l'anno successivo, dove si piazza solamente 5°.





Ancora Abarth 1000 OTS ma questa volta siamo nell'edizione 1974 (© diritti riservati)


A questa serie di soddisfazioni segue però una lunga assenza dovuta a un periodo sabbatico durato oltre 10 anni, dapprima per impegni di lavoro sempre più intensi e, in seguito, alla prematura scomparsa a soli 28 anni del figlio Carlo. Ci penseranno alcuni amici tra cui un altro pilota milanese, Arrigo Cocchetti, a convincerlo pian piano a tornare sui campi di gara. In quel periodo -siamo a metà degli anni '80- ha ancora in garage la sua vecchia Abarth 1000 OTS, ma non è ancora sufficientemente "datata" per essere inserita nelle competizioni riservate alle Auto Storiche: la utilizza quindi per partecipare giusto a qualche raduno per appassionati di rievocazioni. A Borno viene comunque ammesso in veste di apripista, mentre per rivederlo come concorrente deve attendere un altro anno, quando si ripresenta al via con una Peugeot 205 Rallye 1300 rigorosamente di serie. Con questa vettura ottiene diverse vittorie e piazzamenti di Classe. E' qui alla Malegno-Borno di nuovo protagonista nel 1990, dove alla guida di una Opel Corsa si aggiudica la Classe 1000 in Gruppo A col tempo di 6'39"76. Successo ripetuto anche alla Monte Maddalena, Cesana-Sestriere, Verzegnis-Sella, Trento-Bondone, Lima-Abetone e Gubbio-Madonna della Cima, mentre giunge secondo alla Svolte di Popoli e alla Piancamuno-Montecampione. Brillanti risultati, seppure a fasi alterne, li ottiene fino ai primi anni '90, quando finalmente effettua il passaggio alle Autostoriche, inizialmente con una vecchia Renault 4CV poi di seguito alternando la "fedele" Abarth OTS con un'Abarth 750 e ingaggiando numerosi duelli con l'amico Cocchetti.

Con queste vetture -senza strafare ma limitandosi a guidarle con onore ed eleganza- si cimentava più che volentieri anche in pista, girando in lungo e in largo per l'Italia e portando ovunque la sua simpatia e quel suo essere "personaggio" che ne ha fatto una vera leggenda vivente. Un vero pilota d'altri tempi.

In sessant'anni di competizioni (ha debuttato infatti nel lontano 1950 a Monza con una Fiat 500/A presa a noleggio) ha preso parte alla bellezza di 743 gare, ottenendo 559 vittorie tra Gruppi e Categorie varie e vincendo anche 45 Campionati Italiani, sempre in differenti Categorie. Fiaccato da qualche acciacco fisico dovuto anche all'età, nel 2010 ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni, dopo aver solcato i tornanti di mezza Europa fino a 80 anni suonati.  Appeso il volante al chiodo, non ha mai rinunciato tuttavia a presenziare -quando la salute glielo consentiva- alle gare in veste di spettatore, spesso offrendo ai suoi amici e ammiratori dei calendari personalizzati. Ha pubblicato infine il libro "I miei 60 anni di gare", che ripercorre in un racconto iconografico tutta la sua carriera, gara per gara, con tanto di dettagli sui tempi ottenuti in ogni competizione. E' morto il 19 ottobre del 2016 all'età di 88 anni, legato alla sua passione per l'automobilismo fino all'ultimo respiro: solo tre giorni prima era ancora presente alla rievocazione storica della "Camucia-Cortona", ospite degli organizzatori che per l'occasione gli consegnarono un premio, l'ultimo della sua vita.








1990 - Una vittoria di Classe con la Opel Corsa 1000
(Foto di autore ignoto)






2009 - Assieme ai trofei, ecco il "cimitero automobilistico" di Brambilla, dove facevano bella mostra di sè alberi motore rotti, bielle, cerchioni, pistoni bucati, bronzine fuse e quant'altro (foto di P. C. Brambilla dal libro "I miei 60 anni di gare")





2016 - L'ultima uscita di Brambilla, premiato alla rievocazione storica della "Camucia-Cortona"
(foto di Marcello Della Giovanpaola)